Cosa è la Rete Cittadina Autoregolamentata - in breve

Cosa è la Rete Cittadina Autoregolamentata

Innanzi tutto l’RCA è un entità in continuo divenire … in costante autoridefinizione. Pertanto la definizione qui presentata è suscettibile di continue rielaborazioni


La costituzione della Rete Cittadina Autoregolamentata è l’elemento fondamentale di un buon processo di Bilancio Partecipativo: i singoli cittadini ed i soggetti collettivi (associazioni/comitati/istituzioni ) della città

- si autorganizzano
- scrivono insieme le regole alle quali vogliono attenersi
- stabiliscono un proprio calendario di incontri.

Al proprio interno la Rete Cittadina Autoregolamentata garantisce l’orizzontalità e la parità di peso decisionale ai suoi componenti

- attraverso tempi veloci di istituzione e destituzione delle deleghe
- ricercando l’integrazione tra posizioni diverse invece della contrapposizione
- utilizzando in caso di necessità tecniche di voto che rappresentino la reale volontà della maggioranza dei votanti.

La forza della RCA sta nel fatto che le decisioni vengono prese in maniera condivisa dai partecipanti, che condividono un metodo al di là dello schieramento politico e degli interessi personali.
La Rete predispone un proprio calendario di

- incontri generali di costituzione e aggiornamento delle proprie regole di funzionamento,
- incontri specifici, parte concreta del processo del Bilancio Partecipato. Questi incontri possono essere
o di zona, riconoscimento del diritto all’autodeterminazione a livello locale,
o tematici per affrontare questioni cittadine a carattere generale.

L’autonomia regolamentativa della Rete è indispensabile per garantirle pari dignità nei confronti dell’Amministrazione: i rapporti tra Rete e Amministrazione sono stabiliti da un Patto Sociale di reciproco riconoscimento.

Lo schema classico di organizzazione del Bilancio Partecipativo prevede un calendario concordato di incontri tra la Rete Cittadina Autoregolamentata e l’Amministrazione: gli incontri

- iniziano con occasioni di formazione collettiva alla lettura del bilancio
- si estendono su tutto l’arco dell’anno
- si concludono con la presentazione, da parte della Rete, di progetti a cui l’Amministrazione darà una risposta esplicita

Il processo si ripete ciclicamente tutti gli anni. Il Bilancio Partecipato, non è un’utopia, è stato premiato come migliore tecnica di governo dalla commissione ONU-HABITAT, funziona meglio del bilancio “nornale” perchè utilizza l’intelligenza collettiva, responsabilizza, garantisce trasparenza e stabilizza la coesione sociale

Scopo dei gruppi, che si sono formati il 14 ottobre (Comunicazione Esterna, Comunicazione Interna, Formazione sul Bilancio), è quello di preparare l'incontro dell'assemblea costituente della Rete Cittadina Autoregolamentata.

Laddove il Bilancio Partecipato viene applicato sono stati rilevati sostanziali cambiamenti in campo:

- Politico: il suo particolare uso delle deleghe (tempi brevi di mandato) diffonde un modo di far politica che toglie spazio all’autorefenzialità, al clientelarismo, al monopolio di schieramenti sempre meno rappresentativi. Inoltre la democrazia, nelle sue diverse forme ed evoluzioni è rimasta fino ad ora comunque un sistema di contrapposizione, che non è riuscito ad integrare i molti punti di vista considerandoli utili per un governo complesso. L’evoluzione ulteriore connessa alle teorie della democrazia partecipativa mira invece all’integrazione dei punti di vista, superando le opposizioni tra grandi schieramenti, adottando prassi decisionali orizzontali e il riconoscimento del diritto alla autodeterminazione locale e tematica,

- Etico: in un terreno di reale parità la capacità di ascolto diventa una necessità e una risorsa

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